Provvedimenti ancora più duri contro le contraffazioni e a protezione della tracciabilità alimentare. È l’obiettivo espresso dal Governo, con la presentazione di un nuovo disegno di legge sulla produzione del latte di bufala e i prodotti collegati, quindi mozzarella, ricotta e altri alimenti di origine casearia.
Non solo regole più stringenti e sanzioni più dure, ma una vera e propria “rivoluzione” del settore per tutelare i consumatori.
Vediamo da vicino cosa introduce il ddl.
Tracciabilità alimentare: nuove regole nelle etichette
Il provvedimento nasce dalla necessità di proteggere produttori e consumatori che sfruttano in maniera impropria denominazioni prestigiose come la DOP. Nel corso degli anni, infatti, si è scoperto che spesso dietro a mozzarelle e formaggi commercializzati come “di bufala” si nascondevano in realtà alimenti di qualità inferiore.
Sotto la lente d’ingrandimento sono inoltre finiti anche i prodotti vegetali che utilizzano in maniera impropria termini come “latte” e “formaggio”, parole che non potranno più essere presenti sulle confezioni di cibo veg.
Ma non è tutto. Il nuovo disegno di legge istituisce anche un Registro unico delle movimentazioni del latte di bufala che consentirà quindi di monitorare il tragitto di ogni singolo litro di latte, e di conseguenza dei prodotti derivati. Dagli allevatori ai trasformatori, compresi gli intermediari, ogni attore della filiera dovrà segnalare il flusso degli alimenti.
La rivoluzione del Registro unico
È l’introduzione del Registro unico delle movimentazioni del latte di bufala la novità più significativa di questo disegno di legge.
Grazie alla presenza di questa nuova una piattaforma informatica, infatti, sarà possibile seguire in tempo reale il percorso del latte, in ogni singolo passaggio.
Il Registro sostituirà l’attuale sistema di tracciabilità garantendo, a detta del legislatore, un monitoraggio continuo e più accurato. Il primo passaggio per la piena operatività del sistema, però, sarà il trasferimento di tutti i dati dell’aggregatore attualmente in uso denominato “Tracciabilità della filiera bufalina”.
Un tracciamento in tempo reale, con immediata possibilità di consultazione dei dati inseriti da parte delle autorità preposte.
«Stiamo in contatto con i promotori di questa iniziativa perché sono molti anni che investiamo sulla tracciabilità, soprattutto a livello di sensoristica. Se possiamo dare il nostro contributo in questo senso ne saremo ben lieti», ha dichiarato a Gambero Rosso il direttore del Consorzio di tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop Pier Maria Saccani.
Si tratta di una rivoluzione che richiederà un maggiore impegno da parte di allevatori e trasformatori, in vista di una migliore attendibilità e sicurezza.
In arrivo sanzioni più aspre
E chi non rispetta i nuovi obblighi?
Sarà sanzionato con multe comprese tra 2mila e 8mila euro, con uno sconto del 50% se la violazione viene sanata entro 3 giorni. Tuttavia, secondo l’art.11 le infrazioni potranno essere rese pubbliche tramite i principali quotidiani nazionali, per rendere trasparente tutto l’iter di controlli e premiare i produttori onesti.
Il ddl, infine, inasprisce le sanzioni nei confronti degli illeciti, in maniera proporzionale alla grandezza dell’azienda. Le multe potranno infatti arrivare fino a 100mila euro colpendo in maniera più pesante le realtà industriali e meno i piccoli produttori. Si potrà inoltre provvedere al sequestro della merce.
La filiera corta Punto Vitale
Come produttori di Mozzarella di bufala campana DOP, ci siamo sempre impegnati in tema di tracciabilità alimentare e di rispetto del disciplinare che ci impone di rispondere a criteri qualitativi elevati.
Tutta la nostra produzione nasce da un ciclo completamente interno: dalle bufale allevate nei nostri pascoli, fino alla trasformazione del latte che avviene nel nostro caseificio di Presenzano (CE). Negli anni, però, abbiamo aggiunto uno step di controllo in più all’interno della nostra filiera: quello del foraggio.
Il mangime è prodotto all’interno della nostra azienda agricola, coltivato senza l’uso di pesticidi o di altre sostanze nocive che potrebbero compromettere la qualità e la genuinità del latte.
Un’attenzione che va oltre l’obbligo normativo e che risiede nel completo rispetto dei nostri clienti, ma anche del territorio in cui operiamo e dei nostri animali.
